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te1 〈té〉 pron. pers. [lat. tē, accus. del pron. pers. tu] (radd. sint.). – Forma forte della declinazione del pron. di 2a pers. sing. (tu), che ha usi analoghi a quelli di me per la 1a pers., e cioè: come compl. oggetto quando si vuol dare al pron. forte rilievo (vogliono te, non me; te appunto volevo), dopo preposizione (tutti ridono di te; raccontami di te; lo faccio per te; vengo con te; fra lui e te), nelle esclamazioni (povero te; giusto te!), nelle comparazioni dopo come o quanto (vorrei fare come te; lei non è abile come te; ne so quanto te), e in funzione di predicato con i verbi essere, sembrare, parere e sim. (da lontano pareva proprio te); con funzione di soggetto, quando è in coordinazione con altro pronome soggetto, spec. io: saremo soli io e te.
sei, seconda persona singolare presente indicativo
èssere1 v. intr. [lat. esse (volg. *essĕre), pres. sum, da una radice *es-, *s– che ricorre anche nel sanscr. ásti «egli è», gr. ἐστί, osco est, ant. slavo jestŭ, ecc.; il perf. fui da una radice *bhū- che ricorre nel sanscr. ábhūt «egli è stato», gr. ἔϕυ «è nato», ecc.] – È la parola che ricorre più frequente nel discorso e la più necessaria all’espressione del pensiero. Differisce da tutti gli altri verbi perché nel suo uso assoluto non «determina» il soggetto ma soltanto lo «pone» come esistente; usato come copula o come ausiliare, compie solo la funzione di introdurre il predicato nominale o verbale; non è perciò mai, a rigore, un vero «predicato».